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Lo sviluppo dell’Uomo: dalla nascita all’anzianità

L’individuo umano è caratterizzato da uno sviluppo biologico e da uno sviluppo psicologico durante il suo sviluppo fino all’anzianità.

  • Lo sviluppo biologico è endogeno, ossia deriva da reazioni organiche.
  • Lo sviluppo psicologico è esogeno, ovvero dipende dall’interazione dell’individuo con l’ambiente.

Mentre nei primi anni di vita, le fasi di sviluppo risultano simili per ogni individuo, poiché maggiormente evidente, lo sviluppo biologico, con l’aumentare dell’età , fino all’anzianità si osserva un marcato incremento delle differenze inter-individuali, dovute al prevalere dello sviluppo psicologico, che è determinato dalla raccolta delle esperienze e dalla formazione della personalità , la quale rende ciascun individuo unico rispetto ai suoi simili.

Lo sviluppo psicologico del bambino

Dalla nascita fino ai due anni Alla nascita, il bambino è totalmente dipendente dalla madre, la quale deve saper provvedere amorevolmente alla soddisfazione dei suoi bisogni. Uno dei fattori fondamentali per un corretto sviluppo biologico e psichico del bambino è costituito dalle cure e dall’amore della madre. E’ soprattutto importante il modo in cui la madre svolge queste cure verso il bambino.

Infatti, mentre è intenta a soddisfare un bisogno del suo piccolo, in direzione di un corretto sviluppo biologico, ella instaura anche una interazione emotiva con il bambino e tale condizione è alla base di un sano sviluppo psichico, che fornisce i primi mattoni per la costruzione di una personalità ben strutturata.

Ad esempio, uno dei bisogni fondamentali che una madre tende a soddisfare verso il suo piccolo è determinato dal nutrimento. Poco dopo la nascita la madre porta il bambino al seno per nutrirlo e mentre provvede a soddisfare il suo bisogno di cibo e a garantire la sua sopravvivenza, crea un contatto fisico con il suo corpicino, trasmettendo il calore e l’odore che il piccolo riconoscerà sempre essere di sua madre, unica e insostituibile.

Inoltre, il modo in cui lo guarda, il suo sorriso e la gioia nel tenerlo a sé, divengono un prezioso e indispensabile nutrimento per la psiche del neonato. Se un bambino viene allattato al seno bene si creano i presupposti per farlo crescere sano, sia da un punto di vista fisico, poiché il latte di una mamma sana risponde a tutti i requisiti nutrizionali per una crescita ottimale, sia da un punto di vista psichico, in quanto mentre viene appagato il senso della fame, si instaura anche una relazione interpersonale: tra madre e bambino avviene uno scambio continuo di messaggi corporei ricchi di significato relazionale, che sono alla base della costruzione dell’attaccamento madre bambino.

Purtroppo, molte mamme tendono a rinunciare all’allattamento al seno anche per motivi non strettamente necessari come, ad esempio, la mancanza di tempo o l’idea di subire un danno estetico, senza pensare che in questo modo privano il bambino di quegli elementi vitali e preziosi che sono alla base di un sano sviluppo psico-fisico, un dono che solo una madre può dare.

A tal riguardo, è doveroso sottolineare l’importanza dei primi momenti di vita di un individuo e quanto questi influenzano tale individuo durante l’intero arco della sua esistenza. L’allattamento al seno può costituire, dunque, uno strumento di prevenzione e protezione alla salute verso svariate patologie, sia in età pediatrica, sia in età adulta.

Sul piano fisico, l’allattamento al seno limita l’incidenza di rinofaringiti, otiti, ipoacusie, cefalee, alterazioni posturali, problemi odontoiatrici , che possono colpire l’individuo sia nell’infanzia che in età adulta, mentre dal punto di vista psichico, l’allattamento al seno sembra avere un ruolo importante nel processo di individuazione del bambino e di formazione della personalità durante l’intero percorso di vita.

Il bambino in età prescolare

Inizia un calo sempre più marcato della velocità dell’accrescimento corporeo. Il sistema nervoso, nonché il cervello, ha subito delle modificazioni strutturali e funzionali che permettono al bambino di perfezionare in modo sempre più rilevante la capacità di memorizzazione.

Dai 2 ai 6 anni si verifica un considerevole sviluppo del linguaggio che a 4 anni diviene socializzato, ossia, il bambino utilizza il linguaggio per comunicare con gli altri. Il linguaggio può essere diverso tra i bambini in età scolare, a causa di stimoli culturali ricevuti dall’ambiente familiare.

In questa fase di sviluppo, il bambino tende poco a poco a divenire sempre più autonomo, a partire dal saper gestire la separazione dalla madre, anche attraverso l’ingresso a scuola. Per avviare il bambino verso un’autonomia personale, che è alla base di un buon adattamento all’ambiente, è importante in primo luogo la famiglia.

La famiglia come prima formazione, come insegnamento e “base sicura” ove fare ritorno. In età prescolare il bambino deve essere in grado di gestire la separazione dalla famiglia in direzione della scuola, dell’apprendimento e della socializzazione.

Il bambino in età scolare

Dai 6 anni fino alla pubertà. Questo periodo, denominato “fanciullezza”, è segnato dall’inizio dell’età scolare, verso i 6 anni, fino alla pubertà, che nelle femmine coincide mediamente agli 11 anni, mentre nei maschi è stimata attorno ai 13 anni.

Dal punto di vista biologico il fanciullo non è caratterizzato da evidenti modificazioni corporee. Solo al termine della fanciullezza, con l’inizio della pubertà, si notano delle modificazioni fisiche che indicano lo sviluppo sessuale, ove sia la femmina che il maschio acquisiscono la capacità di procreare.

In questa fase di sviluppo, hanno inizio le amicizie, il rispetto delle regole in favore del gioco di gruppo e della socializzazione, l’affettività verso l’altro che prevale sull’egocentrismo tipico del bambino fino a 6 anni di età.

Uno degli aspetti più importanti sul piano dello sviluppo psicologico è caratterizzato dal processo di identificazione, infatti, verso i 7/8 anni il fanciullo inizia ad identificarsi in modo sempre più evidente con il genitore dello stesso sesso. Inoltre, sembra rilevante lo sviluppo della fantasia, della creatività e delle capacità artistiche.

In età scolare, la scuola è soprattutto apprendimento e sembra utile che tra famiglia e scuola vi sia una continuità di idee e una capacità di comunicazione adeguata, in modo che il bambino sperimenti coerenza tra l’ambiente familiare e l’ambiente esterno della scuola.

E’ utile che il bambino possa ricevere una formazione coerente tra famiglia e scuola, attraverso l’apprendimento di comportamenti e regole volti alla cura della propria salute psico-fisica. Una formazione che dovrebbe considerare anche lo sviluppo di un’identità morale e religiosa, dalla quale ha luogo la motivazione proteggere la vita.

L’adolescenza

E’ un periodo particolare segnato nella sua fase iniziale dalla pubertà, caratterizzata da cambiamenti biologici molto rilevanti che, una volta terminati forniranno spazio a una serie di modificazioni psicologiche. Quindi, è possibile affermare che l’adolescenza inizia con la pubertà e termina con l’ingresso nel mondo degli adulti.

Tuttavia, si deve tener conto che il termine “adolescenza” indica una fase di sviluppo dell’individuo umano che non è riconosciuta in ogni contesto sociale presente sul nostro pianeta, infatti, l’adolescenza dipende esclusivamente dall’orientamento culturale della società di appartenenza.

Alcune società, come quelle “primitive” e dall’organizzazione molto semplice, non riconoscono questa fase di sviluppo, tanto che al termine della pubertà, l’individuo accede subito al mondo degli adulti, in quanto è in grado di procreare.

Mentre, le società complesse come la nostra richiedono una lunga scolarizzazione, ma anche comprensione dell’organizzazione sociale di appartenenza, caratterizzata da una grande varietà di ruoli sociali, spesso attribuiti ad un singolo individuo, il quale deve saper gestire l’insieme di questi ruoli, risolvendo i possibili conflitti che ne derivano.

Ed è per questo che in una società complessa viene riconosciuta l’adolescenza, una fase di sviluppo essenzialmente psicologico. In Italia, il termine dell’adolescenza e l’ingresso nel mondo degli adulti viene attribuito ai 18 anni, età in cui l’individuo acquisisce i diritti civili.

Anche in questa fase di sviluppo, come nella precedente, gioca un ruolo importante il processo di identificazione che, oltre ai modelli genitoriali della fanciullezza, prende in considerazione altre figure come, ad esempio, l’identificazione nel gruppo dei pari, negli eroi, nei miti fino a giungere ad un’ identificazione religiosa, ideologica, militare, politica o lavorativa. Il processo di identificazione diviene più complesso in relazione ad una società altrettanto complessa, che comprende una ampia gamma di modelli sociali.

L’adulto

Al termine dell’adolescenza, l’individuo umano è sempre più caratterizzato dallo sviluppo psicologico, che avrà luogo per tutto l’arco dell’intera esistenza ed è determinato dal processo di interazione con l’ambiente circostante dal quale deriva una continua riorganizzazione della personalità in direzione dell’adattamento e della crescita personale.

Il periodo dell’età adulta, come pure l’adolescenza, è fortemente condizionato da fattori socio-culturali del contesto di appartenenza. L’età adulta è caratterizzata da una serie di eventi particolarmente rilevanti come il lavoro, il matrimonio, la nascita di un figlio, l’anzianità dei propri genitori, la crescita dei figli e la graduale perdita della funzione genitoriale, nonché la separazione da essi e infine il raggiungimento del livello massimo della carriera lavorativa.

Un periodo dell’esistenza ricco di eventi e cambiamenti che implicano un continuo processo di perdita-acquisizione. Ogni esperienza di perdita, ossia di separazione, coincide con un “lutto”, un vissuto di mancanza per quel che è stato, ove, tuttavia, segue sempre una motivazione a continuare. La motivazione ad andare avanti è data dall’attaccamento alla vita non solo come fatto personale ma collettivo.

La religione

Un attaccamento sano del bambino verso le figure genitoriali evolve in attaccamento verso un dio. Come i genitori e la famiglia rappresentano per il bambino l’elemento primario della sua sopravvivenza psico-fisica, lo sviluppo di un’identità religiosa e la conquista della fede equivale alla sopravvivenza spirituale dell’individuo adulto.

Oltre ad un fatto spirituale, la religione può essere anche un’esperienza collettiva, ove i momenti più difficili dell’esistenza, vengono condivisi e affrontati assieme. La religione e lo sviluppo dell’identità religiosa, conferisce stabilità ed equilibrio psichico.

Inoltre, la religione ha un ruolo importante nella crescita del senso morale e determina nell’individuo la possibilità di porsi dinnanzi agli eventi del quotidiano in modo costruttivo, nel rispetto di sé e degli altri.

Lo sport

Dal punto di vista psicologico, lo sport rafforza la capacità di concentrazione e di attenzione verso una particolare situazione della realtà oggettiva e presente. Inoltre, lo sport è utile a esercitare la volontà, ossia la capacità di realizzare un atto volontario e di controllare l’impulsività. Lo sport è anche un’esperienza di socializzazione e rende possibile all’individuo di relazionarsi con altri e di condividere gli stessi obiettivi come avviene, ad esempio, negli sport di squadra.

La politica

In Italia, il diritto al voto viene acquisito a 18 anni, con la maggiore età. Attraverso la politica, i cittadini partecipano all’organizzazione e all’amministrazione della propria comunità. L’assetto politico di una particolare comunità riflette ed è conseguenza della struttura economica di quella comunità, determinata dai rapporti economici in essere. La politica è, dunque, la manifestazione esteriore di una trama economica di fondo. Mentre l’economia rappresenta la struttura di una comunità, la politica è una sovrastruttura della comunità.

La politica è anche uno spazio di idee, opinioni, azioni che dovranno sempre essere orientate ad un fine collettivo. Il fine di un atto politico è essenzialmente collettivo e non individuale, altrimenti esso si riduce in pura vanità con il solo scopo del singolo di raggiungere il potere per farne uso personale, una condizione distruttiva e destinata ben presto a fallire.

Quindi, sul piano individuale, l’atto politico implica la capacità di porsi al servizio di una giusta causa per il bene della comunità. La fede, il credere in ciò che si fa è alla base dell’atto politico, è la forza che alimenta l’azione politica.

Sul piano psicologico, la partecipazione politica soddisfa il bisogno di condivisione e appartenenza.

Il lavoro

Il lavoro rappresenta la prima risorsa di sopravvivenza di un individuo umano. Senza il lavoro non è possibile pianificare tutto il resto, progettare, vivere.

Il lavoro è stabilità economica, sociale e psicologica. Infatti, il lavoro è anche identità lavorativa poiché ha un ruolo rilevante dal punto di vista psicologico ed esistenziale dell’individuo.

L’ambiente

L’ambiente riflette le caratteristiche psicologiche di chi lo vive. L’individuo che ha cura di sé, di solito, è motivato a creare un ambiente altrettanto curato. L’equilibrio psicologico e un buon rapporto con se stessi è alla base di un’armonica organizzazione del proprio ambiente di vita.

La famiglia

L’individuo umano ha bisogno della famiglia. Dalla famiglia di origine in cui egli nasce ed è accolto, alla sua famiglia creata in età adulta, attraverso la quale vive i vari passaggi della propria esistenza. La famiglia sembra, dunque, accompagnare l’individuo in ogni fase della vita, sia perché essa può rappresentare la sua realtà oggettiva, sia perché se tale individuo fosse solo e non dovesse vivere all’interno di una famiglia, egli non resterà mai indifferente all’idea della famiglia.

La famiglia costituisce un punto di riferimento essenziale per l’individuo umano, è il primo gruppo che il bambino sperimenta, la prima modalità che egli ha per relazionarsi con più persone. La famiglia rappresenta una piccola parte della comunità.

Una famiglia fondata sull’unione stabile di un uomo e di una donna potrà avere dei figli che nascono e crescono in una comunità d’amore e rispetto alla vita, dalla quale possono attendersi un’educazione civile, morale e religiosa, che rappresentano i requisiti fondamentali per lo sviluppo di una personalità ben strutturata.

La famiglia, così intesa, ha diritto a una tutela giuridica pubblica, perché costituisce il nucleo prezioso attraverso il quale una comunità sociale vive, la principale risorsa per il futuro dei giovani.

I riti

Con il termine rito si intende ogni atto, o insieme di atti, che viene eseguito secondo regole codificate.
Alcuni studiosi del comportamento animale utilizzano il termine rito per indicare sequenze di atti stereotipati come, ad esempio, i rituali di corteggiamento.

A differenza degli animali, nell’individuo umano, il rito non è esclusivamente generato da comportamenti istintivi, ma rappresenta il prodotto di pensieri e comportamenti complessi ad elevato valore emotivo e cognitivo, con la funzione di rafforzare il legame del singolo verso la comunità.

I riti organizzano nel tempo l’interazione e le relazioni sociali, assicurando la continuità e l’identità stabile di un gruppo. Il rito detiene un significato per coloro che ne prendono parte. Il rito produce ordine e scandisce il tempo, attraverso sequenze di azioni simboliche a carattere ripetitivo.

Mediante la partecipazione al rito, l’individuo sperimenta, un vissuto di coesione, unione, solidarietà e collettività.
Ogni genere di ritualità è strettamente legato al contesto sociale in cui ha luogo. Il rito è presente in tutte le religioni e svolge un ruolo di profonda unione spirituale tra i partecipanti.

Per quanto riguarda lo sport, ad esempio il calcio, il rito ha un grande potenziale di aggregazione tra i tifosi di una squadra, come alcune particolari abitudini prima di assistere alla gara, il modo di vestire, gli striscioni e i cori gridati.

Anche nel singolo individuo che si prepara a partecipare ad una gara sportiva possono verificarsi una serie di rituali come, ad esempio, la scelta di un particolare abbigliamento, il modo di alimentarsi e di prendersi cura del proprio corpo, gli esercizi di concentrazione, un calendario ciclico da rispettare per gli allenamenti.

Allo stesso modo, la politica può essere strutturata in modo rituale, si pensi, ad esempio, all’organizzazione di una campagna elettorale, ove i soggetti che vi partecipano sono uniti e coesi verso un’unica idea e un preciso obiettivo.
Nel contesto politico, i riti devono ricevere il consenso dei partecipanti ed essere caratterizzati da un elevato valore morale.

In politica i riti sono dotati di una forza attiva che tende alla costruzione e al mantenimento dell’identità sociale.
Anche nella famiglia, i riti giocano un ruolo importante, soprattutto attraverso la comunicazione.

Infatti, mediante la comunicazione, vengono messi in atto particolari riti che hanno la funzione di definire e mantenere l’organizzazione e l’identità della famiglia, nel tempo e nello spazio, coordinando la vita dei membri fra loro e rispetto all’esterno.

Dalla nascita all’anzianità, le fasi evolutive dell’esistenza umana, nonché il passaggio da uno stato sociale all’altro, viene scandito dai riti.

Gli anziani

L’anzianità rappresenta l’apice della costruzione della propria personalità. In base a come l’uomo ha affrontato e attraversato le fasi precedenti della sua esistenza, l’anzianità assumerà, rispettivamente, un particolare aspetto. L’anzianità è, dunque, il prodotto di tutta una vita.

Tuttavia, ciò che è comune a tutti gli anziani, soprattutto ai grandi anziani, ossia coloro che sono molto in là con gli anni, consiste in una condizione di vita che tende sempre più alla fragilità, alla dipendenza e al bisogno dell’altro.
A tal proposito, si rivela estremamente importante, in questa fase dell’esistenza umana, come pure nell’infanzia, la presenza della famiglia, una risorsa di aiuto e sostegno pratico e morale.

Oltre alla famiglia, è importante che all’interno della comunità, la persona anziana possa essere accolta in particolari luoghi di aggregazione, ove egli ha la possibilità di essere ascoltato e accompagnato in questo percorso della sua vita.

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